mercoledì 18 giugno 2008

Utopie Calcistiche

Vi invito a ragionare un po’.

Spogliatevi dai panni da italiano medio.
Eliminate per 10 minuti l’ostentazione della maschilità.

Passate le giornate a lamentarvi – giustamente – per la situazione penosa del BelPaese.
Non ci sono soldi, non c’è lavoro, la vita è talmente cara che anche mangiare una pizza fuori comporta grossi sacrifici. I nostri politici, sia a destra che a sinistra, pensano solo ad intascare soldi qua e là, mentre noi con 900€ dobbiamo fare i miracoli per non morire di fame.

Nel frattempo undici coglioni che hanno tutti insieme lo stesso quoziente intellettivo di una scimmia da circo (senza offesa per le scimmie da circo) guadagnano 100 volte i soldi che voi guadagnereste in una vita intera (fate voi i calcoli in quanto tempo disporreste di solo un milione di euro), escono dagli spogliatoi, si vanno a scopare due veline, mangiano in ristoranti di lusso, tornano a casa, si scopano altre due veline, si vedono un film
nel loro maxischermo bevendo un pregiato vino e la vita continua così fino alla prossima partita.

E voi siete davanti a quella TV comprata da MediaWorld ai saldi, bevendo birraccia da supermercato, magari avete anche litigato con al vostra moglie/fidanzata perché le avete negato qualcosa di importante per vedervi i mondiali o gli europei o qualsiasi altra partita (fortunatamente io sto con una persona che odia lo sport).

E state tifando come dei forsennati per quella nazione che vi ha voltato le spalle, per quelle persone che si vendono con poco, per quelli che con i VOSTRI soldi fanno una vita da re mentre voi evitate di usare troppo l’auto perché sennò rischiate di non mangiare il giorno dopo.


Sapete quanti MILIARDI di tasse pagate per finanziare il calcio? Tanti, altro che sponsor. Ogni volta che qualcuno fa una cappella, ogni volta che si rompe un giocatore, ogni volta che una squadra fallisce, siete VOI che pagate. Voi che date fiducia ad una massa di persone pubblicamente vendute, a partite truccate, ad arbitri corrotti. Ma nonostante questo sbavate dietro al calcio come se durante quei 90 minuti la vostra vita dipendesse da quegli 11 deficienti che scorrazzano dietro ad una palla. Tifate per questa nazione come se meritasse ancora qualche considerazione dopo la situazione in cui ci ha gettati.


Non dico che dovete smettere di guardare il calcio, ma almeno vi supplico:
iniziate a chiedervi se ne vale davvero la pena.



Carlotta

14 commenti:

Anonimo ha detto...

Cara Carlì, l'immagine delle pecore è abbastanza esplicativa. Però, da amante di questo schifosissimo sport non so cosa mi prende quando la palla entra in rete, è qualcosa che sale da dentro e che mi fa saltare dalla sedia senza nemmeno rendermene conto. Poi finita la partita, sbronzo di gioia per un risultato magari ottenuto all'ultimo minuto arriva la perplessità, ma a me in tasca cosa mi entra? Non da un punto di vista prettamente materiale, dico emotivamente, non lo so, ma già so che la prossima volta sarò seduto o in piedi arroccato a fare il tifo per quegli 11 deficienti con il cervello da Makako.

Carlì ha detto...

Grazie per il tuo commento, Fab!

Anonimo ha detto...

e questo sarebbe ragionare?
non esiste un discorso piu qualunquista di questo.

Carlì ha detto...

Se fossero tutti qualunquisti come me, il mondo sarebbe migliore.

Onorata di essere così "qualunquista" e così "pecora" come molti mi hanno definita...

Grazie comunque per la tua opinione.

Emanuele Vella ha detto...

Io mi associo a quanto detto dal caro Fables. Se ci si ferma a ragionare un secondino e pensare a quanti soldi girano attorno alla sfera del calcio e quante persone muoiono di fame per non avere soldi allo stesso tempo è molto triste. Ma è anche vero che appena il fischio del direttore di gara sancisce l'inizio della partita è come una droga, si segue quella sfera scalciata qua e là ma che da tante ma tante emozioni. Io ogni tanto accendo la radio e inserisco il CD dei mondiali appena trascorsi, la voce di Fabio Caressa che commenta, la musica di sottofondo, la frase "Abbracciatevi forte e voletevi tanto bene...il cielo è azzurro sopra Berlino"...insomma da accopponare la pelle.

Purtroppo cara Carlotta l'Italia è completamente innamorata di questo sport bello ma al tempo stesso marcio. Nessuno potrà mai cambiare nulla.

A presto,

Manu

Carlì ha detto...

Caro Emanuele,
infatti io volevo solo invitare ad una sorta di "consapevolezza".

Io stessa ai Mondiali ero in piazza Maggiore e ho pianto quando abbiamo vinto, chi lo nega?

E' che tutto secondo me va fatto con la consapevolezza della realtà.

GRazie per il tuo commento.

Emanuele Vella ha detto...

Si infatti è proprio quello che ho premesso...se ci si ferma a pensare ragionevolmente...è tutto assurdo. Ma quante cose sono assurde in questo Bel Paese...

:*

Massimo Falcone ha detto...

Che dire.. a me il calcio non interessa, ma capisco bene l'opinione di Fables ed Emanuele.

Cosa c'è di più coinvolgente di una piccola tribù riunita davanti ad un "focolare tecnologico" che partecipa ad un rito collettivo in cui può dare sfogo a molte delle sue pulsioni e liberarsi per 90 min dalle preoccupazioni quotidiane?

Nell'antica Roma si diceva "Panem et circenses"

Tutto dipende dallo stimolo che riceviamo dall'evento in questione e se abbiamo uno stimolo maggiore preferiamo il secondo.

Per la semifinale dei mondiali io ho preferito una bella chiaccherata
per la finale invece ho preferito partecipare anche io al "rito collettivo"

Riflettere se ne vale davvero la pena in parte svuoterebbe l'esperienza e di conseguenza il piacere che se ne trae

Quanti acquisti impulsivi fai Carlì?
Se ti fermassi a riflettere li ri-acquisteresti?

Massimo Falcone ha detto...

Dimenticavo una riflessione.... quindi non si ride e basta, c'è anche spazio per riflettere

Carlì ha detto...

Acquisti impulsivi? Tutti!

Io vado ad istinto in tutto nella vita.

Secondo me il focolare tecnologico esisteva fino ad un po' di tempo fa, poi a mio avviso tutto ha preso una piega troppo artificiale, anche se sono convinta che ci siano persone che non corrispondono affatto a questa definizione.

Il mio post è molto più "delicato" di quanto può sembrare ad una prima lettura, è riferito ad un determinato target, quelli che per me sono "inconsapevoli", spettatori passivi non solo del teleschermo ma anche della loro stessa vita.

Grazie per il tuo intervento, Massimo.

Sì, questo spazio è un riflesso della mia mente, a volte ci posto anche qualcosa che non è prettamente comico, ma piuttosto sociopatico :)

Anonimo ha detto...

io sinceramente mi incazzo ogni volta che sbagliano perchè penso a quanto guadagnano...

il calcio è un'industria e i calciatori un prodotto nazionale

vediamola come la Ferrero, se le merendine facessero schifo, non si esporterebbero e l'azienda crollerebbe avendo ripercussioni sull'economia e il PIL italiano

Carlì ha detto...

Caro Creativodimerda,

La tua osservazione è giustissima.

Io trovo che sia infatti una grossa presa per il culo nei confronti di tutti ( e a maggior ragione di chi ha per il calcio una viva e sanguigna passione ), perchè è proprio eticamente scorretto (come tante altre cose a questo mondo, certo) il modo in cui si è trasformato questo sport (a mio avviso molto più di tanti altri).

Anonimo ha detto...

Cara Carli ho un metodo per far divertire tutti gli spettatori del calcio:un bel pallone a forma di cubo, in materiale, contro l'usura del tempo,granito.
Le partite devono essere giocate, naturalmente, scalzi.
E....Vdrai che divertimento, pensa solo ai calci di rigore e ai tiri di testa!
ciao Belva

Carlì ha detto...

Ahahhaha tesoro....