venerdì 22 marzo 2013

Le parole più fastidiose ed irritanti che esistono...

Anche a voi certe parole danno proprio un senso di fastidio atavico?

"Snack". 

Odio la parola SNACK. Odio sentirla pronunciare, odio sentirla contestualizzare in frasi da famiglia del mulino bianco tipo "uno snack genuino, nutriente e gustoso". Ma che cazzo dici? Lo SNACK è sempre sottodimensionato rispetto alle reali esigenze alimentari di chiunque, un po' come la Kinder Brioss che nella pubblicità la vedi nelle mani di una bambina felice di fare merenda a scuola: la Kinder Brioss sembra gigantesca, tra l'altro è bellissima, ha l'incarto tutto colorato, la bambina la tira fuori ed è soffice, con due strati di crema al latte che farebbero venire il voglino anche a quelli con l'intolleranza al lattosio, improvvisamente disposti a decollare a suon di gas intestinali pur di mangiare quella (gigantesca) soffice delizia. E invece no. 
La Kinder Brioss giace avvolta in un effimero incarto trasparente, il cui unico scopo è esplodere tra i palmi sudati di un affamato undicenne. La merendina al suo interno è un bieco surrogato di grassi insaturi delle dimensioni di una mezza banconota da 5 euro, la crema al latte va mendicata tra i pori dell'impasto che mi faccio sodomizzare se è vero che viene lievitato naturalmente sotto uno splendido (stirato) tovagliolo di lino che un sorridente "addetto" (come li chiamano su Real Time perchè "operaio" è offensivo) solleva per constatare l'avvenuto miracolo chimico.

"La colazione dei campioni". 

Ma cosa cazzo vuol dire?! I campioni di cosa?! Cos'è? Odio questa definizione, non la posso sentire, anch'essa mi richiama la tristezza pubblicitaria della nazionale calcistica che - coadiuvata da un sedicente cuoco stellato - si strafoga di robe che si vedono solo nei telefilm americani degli anni '80.
Il bellissimo bicchiere di succo d'arancia fresca (che sfido chiunque ad avere voglia di spremere alle 7 del mattino con i coglioni girati e la fretta di andare al lavoro), il cesto di frutta che non ha niente a che vedere con quello di casa mia con le banane nere e le noci di natale, e una fetta di "pane e Nutella" che è sempre perfettamente spalmata da un coltello da spalmo che miracolosamente giace pulito di fianco alla succulenta "colazione dei campioni". 
Volete sapere qual è la vera colazione dei campioni? Bere caffè macchiato rovente con annessa sigaretta ed evitare un violentissimo attacco di cagotto.

"Curricula"

No questa proprio non la sopporto. Se il singolare "curriculum" ha un che di maestoso ed altisonante, il plurale mi suona come una malattia venerea completa di esplosione di pustole prurulente.

"Unguento"

Sulla scia di "curricula", unguento mi fa venire in mente inizialmente l'ittiolo unguento, una pomata dalla consistenza e dal colore petroleoso della quale non ho mai capito la reale necessità. Ma dopo questa romantica immagine, "unguento" mi evoca anche le dita nodose di una vecchia che toccia all'interno di un piccolo recipiente dal contenuto ambiguo, l'unguento per l'appunto.

"Tafferuglio"

Quando la sento al telegiornale mi viene voglia di sterminare la popolazione. Le immagini mostrano teste che si staccano, fiumi di sangue, cervelli spappolati sui muri, ma agli occhi del giornalista di turno si tratta sempre e solo di un "tafferuglio". Non vado oltre perchè mi irrita talmente tanto la parola che non riesco a pensarci ulteriormente.

"Mestruo"

Ok questa sfida qualsiasi umano limite di sopportazione insieme a tutte le sue varianti "mestruazione" (che mi suona proprio come una piaga divina), "ciclo mestruale", "essere mestruati" e non dimentichiamo "il marchese" o "le rosse".

"Parbleu!"

Senti un po', coscion, guarda che ogni tanto una bella bestemmia toscana ben assestata non ti manda all'inferno e - per la cronaca - non siamo nel 1800.

"La comanda"

Oddio che brutto. Mio fratello è cuoco e quando dice questa parola mi viene in mente un riccone obeso a tavola e un cameriere tutto sottomesso e ingobbito che prende la "comanda".

"Farcia"

Sempre sull'onda dei termini culinari, questo penso sia il più fastidioso che esista. Non possono dire farcitura, puttana eva, no non lo dicono! Devono dire FARCIA, FARCIA FARCIAAAAA! Ma ce ne rendiamo conto?

"Bibite Fresche" e anche, ma meno, "Uova Fresche"

Claudia mi ha ricordato questa. Non so perchè mi irrita, è proprio l'aggettivo "fresco" al plurale femminile che mi irrita da morire, specialmente unito alla parola "bibita" che me ne sa di una persona che ingurgita dei liquidi emettendo strani rumori esofagei.

"Mangiare un boccone"

Occristo. La parola boccone mi fa pensare ad un pezzo di cibo gigantesco, spugnoso, farinoso che ottura il cavo orale e relative vie respiratorie con conseguente soffocamento. "Mangiamo insieme un boccone?" Ma cosa vuol dire? Ti mangi un piatto di pasta, un panino, COSE INTERE, PERDIO, non un "boccone"!!! "

"Insalatona"

No eh! Non ditemi insalatona perchè potrei anche uccidervi! Vanno tanto di moda ste cazzo di "insalatone" che questa parola non può far altro che smuovere i miei peggiori istinti omicidi. "A pranzo insalatona?" No, a pranzo legnate sulla nuca se lo dici ancora!

"Il capello corto", "Uno spaghetto", "Una scarpa"...

Allora. Ci sono cose che se in natura hanno una loro singolarità, in ogni caso non possono esistere in determinati contesti se non con la loro variante plurale.
Cerca di capire che quella ragazza ama I CAPELLI CORTI, non il capello corto, cerca di metterti in testa che quando cucini fai GLI SPAGHETTI, non uno spaghetto e quando vai a fare shopping desideri UN PAIO DI SCARPE e non una scarpa soltanto! (Veronica questa te la dedico a te!)

"Vs.", "Bngiorno", "Ns.", "Kosa"

Non ho la pretesa di essere impeccabile nell'uso della lingua italiana, ma ammetto che sono amante della buona dialettica, odio questo paese ma ne amo l'idioma e non tollero le abbreviazioni.
Non stai scrivendo in un fottutissimo telegramma, all'interno del quale paghi per le lettere, e non è nemmeno un maledettissimo sms che tra l'altro oggi ti fanno mandare tutti gratis, quindi NON SI SPIEGA perchè tu debba usare queste abbreviazioni (hai capito Valeria?)
Odio quando è scritto anche nelle mail commerciali, termini come "La ns. azienda". Ma porca vacca ma le paghi le lettere?!? No, e allora usale perchè a me le abbreviazioni irritano come poche cose al mondo, almeno quanto le "K"!

Ok, ora va molto meglio, mi sono decisamente sfogata, aspetto le vostre parole irritanti.

martedì 19 marzo 2013

Per Cosa hai scambiato il mio blog?


Oh ecco il post meraviglioso che amo scrivere dopo aver consultato le chiavi di ricerca con cui gli utenti approdano a quest'isola di sociopatica felicità!
Queste sono alcune delle migliori keywords tratte dal report di Google Analytics dal 1° gennaio 2013 al 19 marzo 2013, se pensate che questo blog è online dal 2007... ce ne sono da oscar! Ma vediamole insieme..


  • berlusconi ebreo: Questo utente, giustamente, si chiede se le ricchezze dell'ex premier siano dovute ai vari falsi in bilancio o ad una probabile discendenza semita. Probabilmente nessuna delle due, Silvio è un rettiliano e penso sia ora di gridare al GOMBLOTTO!
  • rottura di cazzo: Sì anche io quando mi rompo cazzeggio su internet, ma normalmente non chiedo pareri a Google, se poi il tuo problema è legato ad una potenziale frattura dei corpi cavernosi, allora ti chiedo scusa e ti suggerisco di cercare un medico.
  • pornografia in famiglia: Appena ho letto questa keyword mi è venuta in mente la puntata di Scrubs in cui l'inserviente regala una gabbia per cani a Turk e Carla che stanno per avere un bambino. Non penso occorra commentare ulteriormente.
  • cantante di colore anni 70 80: Mah oggi non so che musica ascoltare... jazz, blues, hiphop o cantante di colore anni 70 80?
  • che vuol dire "fare una lampada"?: Vuol dire guardare apposita puntata di Art Attak o Paint Your Life e provvedere a rinfrescare l'arredo luce del salotto.
  • chiuso per rottura di palle: Rimando alla keyword precedente sulla rottura di cazzo.
  • come fissare i pelucchi delle felpe: Prendi una felpa. Assicurati che sia ricoperta di antiestetici pelucchi. Posala sul letto, siediti davanti ad essa e guardala insistentemente per almeno 50 minuti. Questo è "fissare i pelucchi". Se poi intentevi come toglierli, acquista un bellissimo LEVAPELUCCHI. 10€ e ti passa la voglia di cercare su google.
  • come si rimane incinta: Un evergreen, ma forse è meglio se lo chiedi alla mamma.
  • farsi una pippa: Non è semplicissimo, se fosse un istinto naturale lo sarebbe, ma siccome è un peccato mortale sono certa che esistano molte limitazioni al mero fatto di andare in bagno, abbassarsi i pantaloni e stantuffare il vecchio cobra. E ricordati che DIO TI GUARDA.
  • ho la figa larghissima: Se sei una giraffa è tutto normale, il trucco sta nel bombarsi elefanti o giraffi. 
  • la gente che non si fa mai i cazzi suoi: Proprio ad un motore di ricerca dici una cosa del genere?!
  • la gente parla ma perche non si fa i cazzi suoi: Scrivilo sul tuo diarietto o contatta la Posta di Cioè
  • morire durante una sega: capita, tenta anche tu la fortuna, autoerotizzati!
  • morire in una sega: In American Pie un ragazzo uccide sua nonna con una sega attraverso un ben assestato schizzo di sperma. Intendevi questo?
  • salute mentale invasioni yahoo answer: EEEEeeeeeeehhh?!
  • sperma in piscina: Non si rimane incinte, non ti preoccupare, scrivi anche tu alla Posta di Cioè.
  • suicida bevendo veleno arsenico: Come ti capisco..
  • surrogato di vagina: Lo vendono nelle migliori cartolerie, se c'è anche l'adesivo del "Cartolaio Scopamico" vai sul sicuro.

Giornata Mondiale RICICLA UNO STRONZO


Più una persona è stronza, psicotica, instabile, più viene assecondata dalla massa per evitare che essa "esploda". 
Questo non solo diventa un rifugio per chi sostanzialmente non ha nulla da dare a parte una tragica vacuità - e quindi si conquista la presenza altrui a suon di negatività - ma comporta una forte penalizzazione nei confronti delle persone civili. 
Io ho scelto di non assecondare questa tendenza. 

Sei stronzo, instabile, permaloso, disadattato sociale? Ma certo, non vedo l'ora di averti nella mia vita e creare con te un meraviglioso rapporto paragonabile ad una passeggiata in montagna con uno zaino pieno di nitroglicerina!

Durante l'infanzia e l'adolescenza ho sprecato molto tempo dietro a queste eggregore, e probabilmente ho cercato io stessa di instronzirmi, di forgiarmi di tutte quelle meravigliose accezioni tipicamente femminili quali: 
  • il disturbo da unicità degli organi riproduttivi (Pare che ce l'abbia solo io, ndr),
  • la paresi facciale da evento positivo (Farei salti di gioia ma preferisco umiliarti fingendo che il tuo gesto abbia l'effetto del braccio di un mendicante lebbroso), 
  • non ultimo quello oggetto di questo articolo, la gravitazione stronzocentrica.

Ovviamente se sono quì a scrivere il risultato delle mie attente elucubrazioni notturne è perchè non sono riuscita nel mio intento e le amicizie me le sono guadagnate a suon di gesti positivi - con tutti i difetti che posso avere e le figure caprine tipiche del mio carattere - e lungi da me attorniarmi di persone che mi stanno vicine solo perchè hanno il terrore di una mia potenziale lingua biforcuta o di un mio muso lungo.
Chissà quanti leggeranno questo post corrispondendo perfettamente alla descrizione e probabilmente non si renderanno neanche conto di essere attorniati da pseudoconoscenze che li corteggiano solo nella speranza di non ricevere segni di disapprovazione!

Oggi è la giornata mondiale del "Ricicla uno stronzo". 

Partner che mancano di rispetto? Amicizie di convenienza? Parenti il cui legame di sangue vi farebbe preferire una sacca emoglobinica gusto AIDS?

RICICLALI! 

La procedura è semplice e gustosa. Eliminali da facebook fingendo di non avere interesse a ridere dei loro interessantissimi status e rendili figli di vetraio nella vita quotidiana. La loro visione ancora ti disturba? Metodo Churchill (?): immaginali seduti sulla tazza del cesso.

Ogni 10 stronzi riciclati, riceverai in omaggio un'amicizia sincera che ti apprezza per le tue sincere doti sociali e un parente che ti passa la carta igienica nel momento del bisogno.

venerdì 15 marzo 2013

A volte vuoi chiudere le social doors...

A volte vuoi chiudere con tutto. Sigillare le social-doors e sparire. 
Perchè non è semplice come sembra essere parte del web. Una costante e spietata esposizione ad un popolo curioso ed attento, il cui potere di defollow va temuto più del giudizio divino, del Dio Google ovviamente.
Dio Google non è affatto misericordioso. Somiglia più ad un tiranno medievale, che ogni giorno ti manda alla porta il suo piccolo esercito di crawlers. Come se già non fosse abbastanza difficile affermarsi, mantenere la posizione è un vero inferno, però come in tutte le religioni, se hai la coscienza tranquilla il rischio di finire nel girone della blackhat seo è una circostanza remota. 

Chiusa questa parentesi, ho aperto questo blog nel 2007, e ogni tot anni mi viene lo schizzo di chiuderlo, però mi viene anche lo schizzo di tenere un blog e allora perchè chiudere questo al fine di aprirne un altro? 

Diciamo che mi scogliona abbastanza l'idea che i blog siano morti, ai tempi di Splinder avevo decine di lettori ogni giorno, tanti bei commenti, grande interazione.. ora mi sembra di parlare al vento ed è una condizione alquanto detestabile. Ma al contempo odio esistere solo come grafica e web designer, uccidendo tutto quello che fa parte di me come "scrittrice" e come "artista" e sento la necessità di continuare ad esistere online come tale.
Stamattina ho letto un'interessante intervista ad una blogger e mi sono chiesa perchè ho killato tutta la mia esperienza nel copy writing in nome della professione. Quindi ecco un post al 100% emotivo, probabilmente sconclusionato, ma sincero.

Ogni tanto soffro - come oggi - di oversocializzazione. Hanno eletto il papa e quindi via alle discussioni infinite su Facebook. Sono una convinta anticlericale - ho le mie ottime ragioni da ex cattolica praticante - e sinceramente quando vedo del bigottismo gratuito non riesco a trattenermi. Nel frattempo mi sto battendo per la Zona Franca in Sardegna e anche lì una bella valanga di conversazioni a vuoto, scontrandomi con l'ignoranza dell'italiota medio.
Poi mettiamoci pure tutti i casini dei clienti, che ovviamente non sono cime del web design e di conseguenza sono ottime matrici di frustrazione professionale...

Insomma, la rete dà molto, ma toglie altrettante energie. Fortunatamente le interazioni che ho su G+ sono di qualità superiore e questo mi rallegra... adesso condivido questo post proprio su quella piattaforma, così vediamo se un po' di intelligenza si riversa anche nel mortorio del blogging...